Dio, ho vinto anche io qualche cosa nella mia vita.

Ho vinto il blogstardeathmatch.
Grazie a tutti, sono orgogliosa di non aver vinto nulla ma solo la gloria e una sessantina di accessi ‘sto mese fonte shinystat (per la questura molti meno). Nonché devo dire che in semifinale mi son fatta un fracco di risate, grazie e tantebellecose.

Però ecco, insomma, Paul ogni tanto ciattando con me si lamenta che io, ansomma, a volte lo travolgo talmente tanto di allegria che lo spirto di Allouin mi fa una pippa.
Checciposso fare, ci ho sto spirito romantico nel senso tedesco sbucciamaroni.
Solo che mica posso far post per lamentarmi sempre. Sennò sembro Roberto (avevo scritto Sandro, pensate voi) Giacobbo con Voyager, che da anni ripropone sempre gli stessi servizi. Dopo mi do noia anche da sola.
Quindi boh, fischiettate e sperate che vada meglio eh. Su su. Speriamo tutti assieme. Mah.

Ma una foto di un giocatore della Fiorentina?

Dopo aver appiccicato al muro [uhm, ] dodici hommini dodici per dodici mesi dodici qua si da amplio risvolto a una nuova iniziativa che ritrae l’italico manzo.

Così, dopo Volere è Violare (in cui c’era anche la mia fotina) abbiamo a noi un concorso per ometti: Viola et Labora. Sempre di Velenero. Ossia il maschio nel suo ambiente lavorativo, ma in viola. Tipo un maschio scaricatore con una lattina di cola light viola, un maschio becchino in viol…. mmm, questa è scontata, no.
Poi occhio a questa clausola eh, che alcuni so che non l’han cagata:

  • Sono severamente vietate foto di energumeni che stanno davanti ad un computer mentre indossano una maglietta viola o paraculate del genere; la foto deve spiegare chiaramente che lavoro fai.
  • Quindi non so, maschi informatici, agghindatevi di viola mentre slinguazzate una tastier… mmm, oddio i germi. Uhm, no, boh. Suggerimenti?

    Ovunque proteggi.

    Io l’ho detto, oggi, mentre ero al telefono. Ho detto che questo mese mi è sembrato dilatato come spazio temporale. Anche se son stata male una settimana a letto. Ma se penso a dove ero e cosa facevo il 2 sembrano millenni fa.
    Pensavo che io non soffrivo il solletico, prima.
    Il tempo scorre piano ma non so come mi sento. Non so come va. Non mi sento giù, a tratti mi sento un ombra. In altri momenti penso al solletico.
    Senti anche te come a volte rido, esternamente.
    Sai anche te, che basta guardarmi bene per sapere come sto.
    Riuscire a fingere all’esterno e riuscire a proteggere quel che ho è la più bella delle sfide, ora.

    Basta che se magna.

    Io ora mica lo capisco.
    Vero che qui ormai è un porto di mare. Arrivano due link e passa un sacco di gente. Ché è come la stazione, poi mica qui rimane qualcuno. Siamo un po’ lo stesso gruppetto di barbo…. di ehm pendolari, sì, pendolari che aspetta perennemente i treni lì nell’atrio e ce la spassiamo raccontandoci stronzate. Ecco, però ogni tanto la gente passa qui, commenta e dice "oh, bel blog, titolo geniale, passa da me", oppure manda delle email tipo così:

    CIAO HAI UN BLOG MOLTO INTERESSANTE  TI VA DI PUBBLICARE IL MIO LINK E
    VICEVERSA SONO DA POCHISSIMO NEL MONDO DEI BLOG MI PIACEREBBE CONOSCERE
    PERSONE INTERESSANTI COME TE’ IL MIO LINK
    http://####.blogspot.com/  VIENI A VISITARE IL MIO BLOG IN ERBA CIAO

    Poi sì, c’è tanta gente caruccia, bellina, con cui ci si parla, si ride, si ischerza e si fanno cagate. Certo, che sto mondo dei blog, signora mia, è un troiaio. C’è quella classifica là che fa arrabbiare tutti. [certo, cari bloggari, non siete abituati a usenet, lì nella it.calcio ci si arrivava a minacciare sotto casa dopo appostamenti lunghi mesi. Cose che dovrei narrarvi. Altro che le scaramucce qui. In confronto c’è un buonismo biscottato veltroniano che fa salire la glicemia]
    Certo, ora però io devo capire perché per una volta che son lì, nella prima pagina, non mi mandino neppure le pastiglievalda. Io, che le pastiglievalda le ciulavo al mio babbo quando $aziendafarmaceutica gliele regalava. Capitemi, io ci ho la mentalità del dono radicata, checcipossofare. Facevo la guidaturistica e mi passano cibo e vettovaglie, come figliadimedico ci avevo le penne e altri doni. Ora faccio la blogger (cazzo di mestiere è?) e al massimo mi son arrivate le trofie col pesto due anni fa.
    Eh, son cose, signora mia.

    Ora però io devo ringraziare un po’ tutti, come se fossi alla finale di Missitalia.
    Soprattutto guardate qui, la battaglia delle twittermopili. Cioè, ieri al blogstardeathmatch c’è stato il delirio. E vi giuro, mai riso tanto in vita mia. Un grazie a Paul eh, e a tutti i miei supporters. (renatozero*modeon) Grandiiiii(h) (renatozeromodeoff). Da domani è campagna elettorale.

    *cielo, un anno fa incontravo Renato. Cavolo, due mesi esatti dopo aver incontrato Renato ho incontrato un’altra persona. Oddio, non sono collegate le cose, veroverovero???

    Film con titolo di piatto provenzale che però richiama le pantegane.

    Siccome questo sglaps trasuda cultura come mmm…
    [oddio, non mi viene in mente un termine di paragone, oddio…]

    Dicevo, siccome questo sglaps è infuso di cultura come se fosse una tazza di Karkadé è d’uopo dirvi, a voi che andrete a vedere (in modi più o meno leciti, mica solo con un biglietto del multisala, ma anche per mezzo dei soliti animali sterili atti alla soma o dei flussi di dati che scorrono in un programma che ve li fa sgorgare in una cartella) Ratatouille che, insomma, c’è la dotta citazione a lato.
    Quelli esposti come prosciutti a Langhirano sono invero dei sorci, catturati a Les Halles.
    Ora, io non posso spoilerarvi la storia del simpatico sorcio che cucina, che fa brutto, e dopo mi sentirei anche in colpa. Ché io la odio la gente che mi spoilera i film quando non glielo chiedo. A volte odio anche i trailer spoileranti. Ecco, insomma, però sappiate che d’un tratto vi si presenta la scena della foto qui.

    Del resto la zona di Les Halles non fu mai linda e pinta. Anzi. Questo negozio lo trovate, mettendovi alla destra il Centre Pompidour, nella destra della piazza antistante proprio il Pompidour. Vende prodotti per la derattizzazione. Nonché ricordate che la zona proprio del Forum de Les Halles era, un tempo, un cimitero, i cui corpi malsepolti vennero traslati in fretta e furia nelle catacombe parigine della zona sud dopo che un muro di separazione tra una fossa comune del cimitero e un’osteria crollò diffondendo (una cosa che per comodità e che per non far vomitare il gentile lettore che si sta avventurando nel paragrafo) liquami nella zona ove c’erano le botti.
    Son cose, eh?

    [mercì à Tintinetmilou]

    Dei betalattamici a casaccio.

    C’è sta cosa che tu magari come Fleming esci dall’ufficio tutto così abbacchiato dicendo a te stesso, perché mica puoi sfogarti con altri eh, che uff, mah, beh, bah, insomma, cazzo ci stai a fare lì in laboratorio a non fare un fico secco, a strusciare il bastoncino lì sulle tue piastre in agar. E poi torni il lunedì mattina che sono usciti i funghi a casaccio, ma non quelli pel risotto, e diventi osannato che neanche avessi vinto il grandefratello chessò.

    L’han chiamata serendipità, ma invero, diciamocelo, è culo.
    Non ditemi che uno ci ha il momento di genio sempre, che coglie il positivo e si aggrappa da qualche parte.
    Ecco, io ora ci ho talmente tanti cazzi e cozie che pare la vecchia pubblicità zucchetti, quella dei rubinetti, che c’era sto idraulico che zompava da un posto all’altro e metter rubinetti lì dove si aprivano dei getti d’acqua e a ‘sto tizio qui alla fine gocciava il naso, e glielo giravano come a chiudere il rubinetto.
    Ecco a me si aprono dei geyser.

    Poi c’hai sempre il tuo mood scazzato e pensi che no, nulla va bene.
    Poi una cosa va benino e te ci hai l’euforia per 12 ore. Dico, 12 ore, manco fosse un’aspirina.
    Ora sto tornando scazzata, state tranquilli.

    München fur dämlich.

    Io poi ho erroneamente scazzato il periodo. Pbulma, lettrice di questo ritrovo di matti, a Marzo mi chiese via email una breve guida non-ragionata a Monaco di Baviera. Poi il di lei viaggio c’è stato, ed ha fruttato questa galleria fotografica. Ora io ve la metto a disposizione, ‘sta guida, ma capite che fu scritta di getto.

    Allora, io ti avverto di una cosa. Quando vado in giro sono peggio dei
    giapponesi. Quindi vedo di darmi una regolata. Dunque, non so se
    arrivate in aereo o stazione, però cioè considera che ci sono tre
    grossi nuclei visitabili: il centro, il Nymphenburg e L’Olympiapark.

    Ti dirò, l’Olympiapark e l’altro spazio immensamente grande,
    l’Englischer Garten sono trascurabili (cioè, fighi ma alla fine non è
    che ci sia nulla di trascendentale da vedere). Se vi piace invece il
    discorso stucchi, affreschi, orpelli, cose belline da vedere ti
    consiglio sia la visita al Nymphenburg o/che alla Residenz. Più di 4
    ore a prendersela più che comoda non ci vuole.
    Piuttosto il Nympheburg magari è un complesso che molti vedono.
    Castello costruito da una Savoia nel 1600, residenza estiva dei
    Wittelsbach si raggiunge col tram 17 (sicuramente passa in stazione,
    sul lato destro se guardi la stazione stessa), fermata "Schloss
    Nymphenburg". Presenta un corpo centrale, e col biglietto cumulativo
    (ocio agli sconti se siete gggiovani, basta la tessera studenti) vi
    vedete anche il museo delle carrozze a sinistra, pascolate nel parco,
    il museo delle ceramiche, la Magdalenklause (che oggettivamente a me
    inquieta), un altro padiglione dove mi pare ci sia pure la caffetteria
    e il Badenburg che ci ha dentro il primo modello di piscina coperta.
    La residenz invece è in pieno centro, con la U3 o U6 della
    metropolitana, fermata "Odeonsplatz". Dentro è bellina, come palazzo.
    Però ti ho detto, dipende da quello che vi piace. Fuori c’è
    l’Hofgarten, il giardinetto.